Pozzuoli– A dieci metri di profondità, sotto la necropoli paleocristiana di San Vito, il tempo ha custodito un segreto lungo quattromila anni. Durante scavi effettuati nel 2009, ma rimasti nascosti fino a oggi, sono emerse tracce di antichi solchi e impronte di animali bipedi, forse uccelli, orsi o canguri, insieme ai segni di mezzi di trasporto simili a slitte, testimoni di un paesaggio che un tempo poteva essere innevato o segnato da un’eruzione vulcanica. Un frammento di preistoria che riemerge oggi, restituendo a Pozzuoli un nuovo tassello della sua identità millenaria.
di Nicola De Dominicis
Le scoperte sono state presentate nel corso di un convegno a Villa Elvira, organizzato dall’associazione “Villaggio Letterario”, alla presenza di autorità e studiosi. Secondo le analisi, le tracce rinvenute sotto la necropoli sarebbero sigillate da uno strato di lapilli di età neolitica, confermando un’antica attività vulcanica nei Campi Flegrei, già noti per il loro instabile equilibrio geologico. Nello stesso sito, un altro studio condotto dal professor Giuseppe Camodeca dell’Università “L’Orientale” ha portato alla luce una tavoletta di epoca imperiale, contenente un decreto sulla gestione della necropoli, a testimonianza della stratificazione storica unica dell’area.
Durante l’evento, il sindaco Luigi Manzoni ha definito la scoperta “un momento di grande valore culturale e identitario”, sottolineando come Pozzuoli e i Campi Flegrei rappresentino una terra in cui il passato dialoga costantemente con il presente. La manifestazione, curata da Anna Russolillo con la collaborazione di Anna Abbate, Francesca Diana e Sonia Gervasio, fa parte del programma “Preistoria facile nei Campi Flegrei”, un ciclo di incontri che proseguirà fino al 12 novembre e che include anche laboratori sul cibo e sulla vita quotidiana dell’età del Bronzo, in omaggio all’archeologo Giorgio Buchner, pioniere degli studi preistorici flegrei.
In un contesto internazionale segnato da instabilità e conflitti – come quello che oggi devasta l’Ucraina, dove il patrimonio storico e umano è minacciato dalla guerra – queste scoperte ricordano quanto sia vitale preservare la memoria e il paesaggio. Ogni ritrovamento diventa un gesto di resistenza alla distruzione, un modo per affermare che la storia, anche se sepolta, continua a parlare.
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Last modified: Ottobre 29, 2025

