Pozzuoli (mercoledì, 8 ottobre 2025) — Una vicenda di violenza domestica sfociata in tragedia sfiorata continua a scuotere la città. Il 28 settembre, Raffaele Nasti, 31 anni, e suo padre Paolo, 61, sono rimasti feriti da colpi di pistola dopo essere intervenuti per difendere una donna aggredita dal marito davanti al figlio piccolo. L’uomo, Vincenzo Leone, 32 anni, di Monterusciello, è stato arrestato e si trova ora in carcere con l’accusa di duplice tentato omicidio.
di Nicola De Dominicis
Raffaele racconta ancora con emozione quei momenti. La sua gamba porta i segni del colpo che lo ha trapassato per poi colpire suo padre all’addome. Ricorda lo sparo, il dolore improvviso e il sangue che scorreva, ma soprattutto l’immagine più difficile da cancellare: «Quando ho visto mio padre a terra, ho capito che poteva trasformarsi in una strage. Con noi c’erano anche mio cugino e mia sorella incinta».
Tutto è iniziato davanti a una casetta dell’acqua, dove Leone stava picchiando la moglie in auto, colpendola al volto e alla testa con un telefonino, mentre il figlio piccolo assisteva impaurito. Le urla della donna avevano attirato l’attenzione dei passanti, ma chi tentava di intervenire veniva minacciato e allontanato. A quel punto Raffaele, il padre e il cugino hanno deciso di farsi avanti per difenderla.
La violenza però non si è fermata lì. Dopo l’arrivo dei vigili, che avevano momentaneamente allontanato l’uomo, Leone è tornato poco dopo, deciso a “farla pagare” a chi aveva osato intromettersi. Ha fermato Paolo Nasti mentre passava in bici, lo ha schiaffeggiato e ha atteso che arrivasse il resto della famiglia. Poi la situazione è degenerata, fino a culminare negli spari.
Raffaele non ha dubbi: «Non mi pento di essere intervenuto. Se vedo una donna in difficoltà, la difendo. Lo rifarei senza esitazione». Oggi, mentre affronta il percorso di guarigione, chiede che venga fatta giustizia: «Quell’uomo poteva ammazzare me, mio padre, mia sorella incinta e la sua stessa famiglia. Deve pagare per quello che ha fatto».
La storia di Pozzuoli diventa così il simbolo di come il coraggio civile possa trasformarsi in tragedia, ma anche della necessità che la violenza di genere venga contrastata non solo con gesti eroici dei cittadini, ma con istituzioni forti e sistemi di protezione più efficaci.
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Last modified: Ottobre 8, 2025

