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Pozzuoli, chiude la Celli Group: 18 posti a rischio. Caso chiede l’intervento del Governo

Pozzuoli – La vicenda che coinvolge lo stabilimento Celli Group di Pozzuoli è diventata in poche settimane un simbolo delle difficoltà che il tessuto industriale campano continua a vivere. La chiusura annunciata dell’impianto mette a rischio 18 posti di lavoro, gettando nell’incertezza i dipendenti che da settimane presidiano la fabbrica, giorno e notte, per difendere non solo il proprio futuro, ma anche quello di un presidio produttivo storico per il territorio flegreo.

L’allarme è stato portato all’attenzione del Governo dal deputato Antonio Caso del Movimento 5 Stelle, che ha presentato un’interrogazione ai Ministri delle Imprese e del Made in Italy e del Lavoro, chiedendo un intervento urgente per scongiurare la chiusura e aprire un tavolo di confronto nazionale con azienda, sindacati e istituzioni locali.

di Nicola De Dominicis

Il nodo centrale della questione riguarda la decisione della Celli Group, che meno di un anno fa aveva incorporato la storica CAB S.p.A., garantendo ai lavoratori che la fusione non avrebbe comportato né tagli né trasferimenti. Promesse che oggi appaiono disattese: l’azienda ha infatti comunicato la chiusura del sito puteolano e lo spostamento della produzione in Emilia-Romagna, a oltre 700 chilometri di distanza. Una scelta che, secondo Caso, non nasce da una reale crisi industriale, ma da una logica di convenienza economica, tipica delle strategie aziendali che privilegiano il profitto immediato rispetto alla salvaguardia del territorio.

Il deputato ha sottolineato come la vicenda rappresenti l’ennesimo episodio di desertificazione industriale che colpisce la Campania e i Campi Flegrei, già provati da anni di delocalizzazioni e chiusure. Difendere lo stabilimento di Pozzuoli, ha ribadito Caso, significa difendere le competenze e la dignità del lavoro locale, ma anche preservare una presenza produttiva qualificata in un’area che rischia di perdere progressivamente la propria identità economica.

La richiesta di un tavolo nazionale va dunque oltre il singolo caso: diventa un appello a ripensare le politiche industriali del Paese, ponendo un argine allo spopolamento produttivo del Sud e alla marginalizzazione dei suoi lavoratori. Una vertenza che, in definitiva, racconta non solo una crisi aziendale, ma una crisi di modello, dove a essere in gioco non è solo un’azienda, ma il diritto di un intero territorio a un futuro di sviluppo.

Logo ufficiale dell’azienda.

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Last modified: Ottobre 31, 2025
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