Pozzuoli (lunedì, 13 ottobre 2025) — L’ennesimo incidente mortale a Lucrino, in via Tripergola, riapre una questione che la comunità conosce fin troppo bene: il superamento sistematico del limite di 30 km/h in una zona densamente abitata, dove la compresenza di auto, moto e pedoni rende ogni errore potenzialmente irreparabile. Non è un caso isolato, ma il sintomo di un ecosistema stradale che premia la velocità e penalizza l’attenzione, aggravato da infrastrutture degradate e manutenzioni rinviate.
di Nicola De Dominicis
Gli abitanti elencano criticità che parlano da sole: marciapiedi dissestati, tronchi d’albero tagliati e mai rimossi, asfalto vetusto (si citano addirittura gli “anni ’70”). In questo contesto, la moderazione della velocità non può essere affidata alla sola moral suasion: servono misure di traffic calming — dossi, chicane, isole salvagente, attraversamenti rialzati — e un controllo elettronico stabile (autovelox, varchi, box dissuasori) che converta il limite in comportamento reale. Il punto non è “punire”, ma ridurre l’energia d’impatto: a 30 all’ora l’errore è spesso recuperabile, a velocità superiori diventa una sentenza.
C’è poi la dimensione amministrativa. Le “segnalazioni ripetute” dei residenti indicano un deficit di risposta che logora la fiducia civica. Una road map plausibile includerebbe: audit di sicurezza su via Tripergola; classificazione del rischio per tratto e orario; interventi rapidi e leggeri (segnaletica rifrangente, pittogrammi 30, catarifrangenti, illuminazione puntuale sugli attraversamenti); cantierizzazione dei lavori strutturali (rifacimento manto, rimozione ostacoli, adeguamento marciapiedi, disciplina dei parcheggi). Parallelamente, polizia locale in orari mirati e telecontrollo continuo, perché la percezione della certezza del controllo è il primo fattore di deterrenza.
L’elemento sociale è altrettanto cruciale: campagne di educazione stradale nei quartieri, coinvolgimento delle scuole e un patto di comunità tra residenti, commercianti e istituzioni. Ogni infrastruttura è anche messaggio: se la strada “parla” di fretta, si corre; se “parla” di cura, si rallenta. Via Tripergola chiede questa traduzione materiale della Visione “zero morti”: non uno slogan, ma criteri e interventi verificabili.
La domanda, accorata, di un residente — “Cosa aspettano, ancora un altro morto?” — non è retorica: è un’agenda. E l’agenda ha una priorità sola: salvare vite.
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Last modified: Ottobre 13, 2025

