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Addio a Bruno Marotta, tifoso del Pozzuoli che continuerà sempre a tifare dal cielo

Pozzuoli – Nel cuore del tifo azzurro c’è un nome che continua a riecheggiare forte, quello di Bruno Marotta, giovane puteolano scomparso prematuramente, ma mai dimenticato dai suoi amici e da tutta la comunità partenopea. In occasione della vittoria del Napoli contro l’Inter, la Curva A dello stadio Maradona ha voluto ricordarlo con un messaggio che racchiude tutto l’amore e la nostalgia di chi lo ha conosciuto: “BRUNO VIVE”.

di Nicola De Dominicis

Bruno era un tifoso autentico, uno di quelli che vivevano il calcio come appartenenza, come legame profondo con la propria terra e con la squadra del cuore. Cresciuto a Lucrino, quartiere di Pozzuoli, seguiva il Napoli ovunque, tra trasferte, cori e amicizie nate tra i gradoni dello stadio. Il suo cuore, troppo grande e troppo fragile, si è fermato troppo presto, lasciando un vuoto che le parole non riescono a colmare.

Durante la partita contro l’Inter, finita 3-1 per gli azzurri, le lacrime dei tifosi si sono mescolate alla gioia della vittoria. Non era solo una partita: era un abbraccio collettivo, un modo per dire a Bruno che il suo spirito continua a vivere in ogni canto, in ogni bandiera, in ogni gol esultato con passione. “Chi ama non dimentica” – recita il motto che accompagna i ricordi dei tanti angeli azzurri volati via troppo presto.

I suoi amici e “fratelli” di Lucrino lo ricordano come una presenza costante, un simbolo di amicizia e lealtà. Ogni volta che il Napoli gioca, lo immaginano ancora lì, nel suo posto in Curva A, a cantare e incitare la squadra come faceva sempre.

Il suo nome, impresso su striscioni e cuori, è diventato parte di quella memoria collettiva che lega la fede calcistica all’emozione più pura: quella del ricordo. Bruno Marotta, il “gemello azzurro” di Pozzuoli, resta così un esempio di amore incondizionato per il Napoli, ma anche di quella umanità semplice e sincera che unisce il tifo e la vita stessa.

A volte il calcio divide. A volte genera violenza. A volte, però, genera l’esatto opposto: unione e amore nel ricordo di un giovane scomparso. Questo è il calcio che dobbiamo seguire e raccontare.

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Last modified: Ottobre 26, 2025
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